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Dall’architettura funeraria a quella domestica

Come accade sovente, nel territorio di Ittireddu si hanno solo tracce degli insediamenti che sottendono alla presenza di queste necropoli: si tratta di aree con concentrazioni di frammenti fittili e litici delle quali si osservano importanti attestazioni a Lavrudu e nelle vicine aree di Oleans e Sas Conzas. I moduli abitativi in uso in quel periodo si conoscono per confronto. Nell’abitato capannicolo di Su Coddu–Selargius (Cagliari), oggetto di scavi sistematici, tra le strutture di cultura Ozieri, sono state osservate diverse varianti planimetriche e di elevati. Uno schema planimetrico attestato in tanti ipogei, ovvero vano rettangolare preceduto da emiciclo, troverebbe riscontro nelle strutture dell’insediamento del Neolitico Recente di Serra Linta–Sedilo, e viene citata come ulteriore riprova dell’influenza dell’architettura “domestica” su quella funeraria.

Si ritiene comunemente che le decorazioni architettoniche scolpite o incise nelle domus de janas, e delle quali si hanno diversi esempi nell’areale, traessero esempio dalle principali strutture dell’architettura civile quasi a sottolineare il rapporto ideale fra l’abitazione e la tomba nelle concezioni religiose del mondo prenuragico. Le decorazioni, presenti soprattutto nell’anticella e la cella principale, rappresentano gli elementi costitutivi delle capanne: il basamento di pietra, i pali lignei che sorreggevano l’alzato e il soffitto, quest’ultimo talora scolpito a doppio spiovente con la relativa travatura, la porta con architrave, stipite e soglia e, in alcuni casi, il focolare al centro.

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