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La sala 5 del museo raccoglie le testimonianze dall’età del Ferro fino all’età romana.
Nel contesto dell’Isola “crocevia di popoli”, il rinvenimento di manufatti di importazione di provenienza extrainsulare rinvenuti nel territorio di Ittireddu ne attestano il suo inserimento nei circuiti commerciali in virtù della sua posizione lungo le vie di penetrazione.
Un pannello analizza il ruolo della Sardegna nelle dinamiche politico-economiche del Mediterraneo nel corso del I millennio a.C.: l’interruzione nell’XI sec. a. C. della produzione e del traffico del rame da Cipro e l’irradiazione verso occidente delle nuove tecnologie metallurgiche legate al ferro, vedono anche i nuragici in primo piano. Per la disponibilità del ferro dell’Etruria mineraria le coste tirreniche di fronte alla Sardegna diventarono obiettivo sensibile. Furono i Fenici che fin dagli albori della loro avventura occidentale, iniziarono prima ad affacciarsi (IX sec. a.C.), poi a stabilirsi (VIII sec.) e espandersi (VII-VI sec.) anche in Sardegna oltre che in altri lidi dell’ovest (Nord Africa, Sicilia, Spagna) con stanziamenti prevalentemente su promontori in ambito costiero (Tharros, Nora), che hanno interessato il sud dell’Isola e poi centri più interni ma comunque incardinati nel vivace scambio mediterraneo tra il mondo fenicio, la sfera della colonizzazione greca, i centri etruschi. Nel nord dell’isola il caso di Olbia, che vede una fase greca (630 a.C,) sovrapporsi alla fondazione fenicia della metà dell’VIII.
Particolare importanza assume per questo periodo il sito pluristratificato di Monte Zuighe, cui è dedicato un grande pannello, la cui particolare morfologia e collocazione geografica giustificano la lunga frequentazione umana protrattasi senza soluzione di continuità e per diversi millenni, dalla preistoria all’età medievale. Lo attestano i reperti e i resti di edifici spesso occultati sotto la fitta vegetazione.
Da Monte Zuighe provengono reperti di età storica che sottendono sia ad aspetti di continuità di vita sia di scambi nel corso del I millennio a.C. Si tratta di frammenti pertinenti a due anfore etrusche (VII-VI sec. e V sec. a.C.), un fondo di lekytos a figure nere di probabile produzione attica (fine VI inizi V sec. .C.). Ad età punica sono invece riferibili decine di punte di freccia in bronzo e altro vasellame.