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Home > Museo > Sale > Sala 2: l’età prenuragica > L’età prenuragica nel territorio di Ittireddu
Il territorio di Ittireddu risulta densamente popolato dal Neolitico recente (IV millennio a.C.). Dei villaggi ove si dipanava la vita in età prenuragica non sono state messe in luce strutture, tuttavia, alcune aree restituiscono in superficie frammenti ceramici e litici che sottendono alla presenza di insediamenti ascrivibili a quell’epoca. Nell’area di Lavrudu e nelle limitrofe zone di Oleans e Sas Conzas sono stati rinvenuti frammenti di un repertorio ceramico di uso quotidiano relativi a scodelle, tazze carenate, olle globulari a collo, ma anche a una pisside e a un vaso a cestello di Cultura Ozieri oltre a strumentazione litica. All’ambito cultuale riporta il menhir rinvenuto nell’area del villaggio di Lavrudu: frammentario, ha altezza residua è di m. 1.90, circa due terzi di quella originaria. La sua presenza nel sito sottende indubbiamente a un’antica sacralizzazione del luogo.
È l’alta concentrazione di sepolture a testimoniare l’intensa antropizzazione del territorio in quell’epoca: le grotticelle artificiali - in sardo domus de janas -, vi sono attestate con una densità veramente notevole (una sessantina) rispetto ad altre aree territoriali dell’isola. Si concentrano nel settore nord occidentale, raggruppate in vaste necropoli (Partulesi, Monte Ruju, Monte Pira, Monte Nieddu) o, talvolta, isolate (ipogeo Isca Piscamos, Badde Tanchis, Tanca ‘e sas Animas). Come accade sovente nell’isola, i materiali rinvenuti testimoniano che sono state ampiamente riutilizzate nell’Eneolitico. Un caso (Partulesi, tomba 14), presenta un’aggiunta architettonica che ne implica l’uso anche in età nuragica: vi è scolpita la stele centinata, che caratterizza le tombe di giganti.