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La sala 2 del Museo descrive l’età prenuragica nel territorio di Ittireddu.
Dei villaggi ove si dipanava la vita sin dal Neolitico Recente (IV millennio a.C.) non sono state messe in luce strutture, tuttavia alcune aree restituiscono in superficie frammenti ceramici e litici che sottendono alla presenza di insediamenti ascrivibili a quell’epoca. Nell’ area di Lavrudu e nelle limitrofe zone di Oleans e Sas Conzas sono stati rinvenuti frammenti di un repertorio ceramico di uso quotidiano relativi a scodelle, tazze carenate, olle globulari a collo, ma anche a una pisside e a un vaso a cestello di Cultura Ozieri oltre a strumentazione litica.
All’ambito cultuale riporta il menhir rinvenuto nell’area del villaggio di Lavrudu, esposto nella sala nel museo: frammentario, ha altezza residua è di m. 1.90, circa due terzi di quella originaria. La sua presenza nel sito sottende indubbiamente a un’ antica sacralizzazione del luogo.
È l’alta concentrazione di sepolture a testimoniare l’intensa antropizzazione del territorio in quell’epoca: le grotticelle artificiali - in sardo domus de janas - vi sono attestate con una densità veramente notevole (una sessantina) rispetto ad altre aree territoriali dell’isola. Si concentrano nel settore nord occidentale, raggruppate in vaste necropoli (Partulesi, Monte Ruju, Monte Pira, Monte Nieddu) o, talvolta, isolate (ipogeo Isca Piscamos, Badde Tanchis, Tanca ‘e sas Animas).
Come accade sovente nell’isola, i materiali rinvenuti testimoniano che sono state ampiamente riutilizzate nell’ Eneolitico, epoca alla quale si ipotizza possa ascriversi la muraglia megalitica di Su Baglittu, che si localizza nel settore orientale della sommità di Monte Zuighe. La muraglia presenta un accesso monumentale e corridoio con copertura a lastroni; nei pressi, in superficie, si individuano numerosi frammenti litici, prevalentemente di selce.